Sono nel salottino subito fuori dalle sale operatorie. Poco fa accanto a me c’era anche Carlo Alberto. Sono stati bravi e gli hanno iniettato la prima parte di anestesia mentre guardavamo la televisione abbracciati. Aveva già gli occhi rossi e gonfi di lacrime perché in pediatria gli avevano tolto il sangue e, soprattutto, perché gli avevano lasciato sulla manina l’ago con l’attacco per la flebo, per quello proprio non si dava pace. Ha continuato a piangere e a dirmi: “sei brutta” per tutto il percorso fino al blocco operatorio poi per fortuna ha lasciato andare la sua parte aggressiva e si è semplicemente accoccolato fra le mie braccia.
Se solo i nostri figli potessero capire quanto sia difficile anche per noi mamme vederli sottoposti a queste piccole torture, vedere le loro lacrime e i loro occhi che recriminano e che esprimono benissimo il loro sentirsi traditi proprio da quella mamma a cui chiedono protezione.
È difficile anche per me piccolo mio saperti in altre mani che non sono le mie.
So che è un intervento semplice perché si tratta solo di denti per fortuna, ma è pur sempre un’anestesia totale e io non posso essere li’ a tenerti la mano, a occuparmi di te. Sono altre le mani che si occupano di te, altri gli occhi che ti vigilano, altre le voci che forse senti. Sono mani, occhi e voci di persone sconosciute, che non sanno niente di te e che non parlano nemmeno la tua, la nostra lingua. Siamo lontani migliaia di chilometri da tutti quelli che ci amano, in un paese che non è il nostro e che non abbiamo ancora imparato ad amare perché nei due mesi passati da quando siamo qui ci ha riservato solo imprevisti e problemi.
Scegli l’ospedale più rinomato che qui corrisponde anche al più costoso, ne apprezzi l’efficienza, la rapidità, la gentilezza delle infermiere, la pulizia, ma non ti senti mai sicuro come se tu fossi in Italia. E non certo perché in Italia la sanità sia sempre così affidabile. È il non sentire parlare la tua lingua, è la paura che ti sfugga una parola, un termine che non conosci, che magari è importante, e’ il non avere vicine fisicamente le persone della tua famiglia. Anche se sai che ci sono le loro preghiere, il loro pensiero fisso su di noi. Forse ci si sente più fragili anche per questo, perché sai quanto sia difficile anche per loro starti lontano in questi momenti ad aspettare impazienti la tua telefonata.
Un’ora è già passata, mi sta aiutando tanto scrivere, anche se il rileggere le mie stesse parole mi fa velare gli occhi di lacrime. Però credo mi faccia bene, è pur sempre un esternare e credo che esternare una preoccupazione, un malessere sia sempre positivo.
Siamo a metà e fra un’altra ora ti dovrebbero riportare da me. Già ti immagino, agitato e arrabbiato nonostante la sonnolenza, come qualche mese fa, dopo l’intervento per togliere adenoidi e tonsille, quando da dietro ai vetri potevo vedere l’uscita di tutti i pazienti dalla sala operatoria, pur ancora coperto dal lenzuolo fin sopra alla testa, ho capito che lì sotto c’eri tu, l’unico che si agitava cercando di togliersi il lenzuolo e l’attacco della flebo.
Sei sempre agitato, eccitato, turbolento, difficile, melodrammatico anche nel dolore, ma oggi puoi essere come sei, basta che torni qui presto fra le mie braccia.
13 thoughts on “Fuori dalla sala operatoria”
Ciao, ho letto ora il tuo post, come sta il cucciolo? Come è andata l’operazione.
Che mamma fantastica sei,deve essere davvero dura essere lontani da casa e dai propri cari, ma le mamme sono la quercia della famiglia,tu lo sei della tua nel migliore dei modi.
Ciao Grande Mamma,in bocca al lupo.
Con affetto Alessandra
Grazie per le belle parole Alessandra, anche se stasera al rientro a casa mi sentivo più un fuscello che una quercia!
Mi è scesa la stanchezza tutta in una volta..
L’intervento è andato bene, anche se è durato un’ora in più del previsto perché un’infezione aveva causato parecchi problemi.
Ora dorme tranquillo accanto a me e per ora, per fortuna, non ha dolore.
cara Federica,non conosco la procedura ma tento ugualmente di scriverti. Mentre leggo le tue belle riflessioni Carlo Alberto sarà certamente tra le tue braccia a farsi coccolare contento di essere con il suo papà e con il fratellino.Le mamme vorremmo poter proteggere sempre i nostri figli dalle sofferenze fisiche e dalle peoccupazioni ma tutto il nostro amore purtroppo non basta ad evitare che loro debbano affrontare dolori e difficoltà di varia natura;ti deve confortare il pensiero che tutte le vostre scelte e i vostri sforzi sono dettati solo dal desiderio di creare per loro condizioni di vita più appaganti.un abbraccio
E’ riuscita benissimo! Lei e la mamma state diventando sempre più “tecnologiche”!
Poco fa si è svegliato perché aveva sete e mi ha detto che non sente nessun dolore e vuole solo che io dorma abbracciata a lui con quella sua vocina dolce che ha solo in certi rari momenti…
A proposito…che emozione ricevere i primi commenti al mio blog!
Fede!
Grazie per questo blog e per quello che scrivi! È così bello potervi seguire passo dopo passo in questa avventura!
Praticamente piango ad ogni riga che leggo perché mi mancate e sei dolcissima..
Oggi mancano esattamente 3 mesi al grande giorno..chissà se potrete esserci!
Un abbraccio forte a tutti e a ciascuno di voi..
Laura
cara chica leggendo il tuo blog mi sono commossa, so cosa vuol dire stare in attesa fuori dalla sala operatoria il tempo non passa mai e il tuo cervello pensa sempre al peggio.ti sono molto vicina anche se solo col cuore ma spreo presto di rivederti presto un bacione a tutti Lolli.
@Laura: Grazie, spero anch’io che questo blog serva a sentirci tutti più vicini anche se a migliaia di Km di distanza. A malincuore, ma non credo potremo esserci per il grande giorno. Ci saremo sicuramente con il cuore, il pensiero ed anche un po’ di tristezza per non potere essere lì con voi nel vostro giorno più importante
@Lolli: ora che sono io ad avere piccole vicissitudini con i bimbi, sono io che capisco meglio te e la forza incredibile e il coraggio che hai con Ale.
Purtroppo non ci vedremo fino all’estate, non torniamo per 6 mesi….
un abbraccio forte
Capisco perfettamente….e spero sia andato tutto bene, io mi sono trasferita qui nel 2008 (Suzhou) con un bambino diabetico a seguito e come tu ben saprai gli ospedali cinesi sono tremendi…..quante volte mi sono sentita una pessima madre ad averlo messo in situazioni poco piacevoli, ma pensa a quanta apertura mentale gli abbiamo regalato.
Ho bisogno di suggerimenti per un eventuale trasferimento a Pattaya, ma ti scriverò con più calma e quando le cose saranno più sicure. Intanto un abbraccio da mamma expat a mamma expat.
Abbraccio ricambiato! I nostri primi mesi qui non sono stati facili e tante volte io e mio marito ci siamo sentiti in colpa nei confronti dei nostri figli. Credo sia inevitabile per tutte le famiglie expat.
Non so se ricordi, ma noi ci siamo incrociate a Suzhou, tu sei arrivata poco prima che noi ripartissimo per l’Italia. Quando vuoi scrivimi senza problemi, sarò contenta di poterti aiutare. Un bacio grande alle altre mamme expat di Suzhou in particolare a Giuliana e Jennifer!
Ciao Fede … ho pianto leggendo il tuo racconto sull’operazione di CA e ho rivissuto il piccolo intervento di Edo quando aveva poco piu’ di 2 anni … durissima … ti capisco e ti abbraccio ! Ora come sta? ma cosa aveva fatto?
Un abbraccio anche a te! Ora va tutto bene, è tornato a scuola e, soprattutto, ha iniziato di nuovo a mangiare, cosa che gli premeva molto!
ciao Federica ero sola come al solito e per sentirti più vicina ho riletto il tuo articolo non mi sono emozionata come la prima volta perchè ora sò che è tutto passato e che il bambino stà bene……….ciao