A Wuxi il cielo era sempre grigio, anche quando c’era il sole, qui il cielo e’ azzurro.
A Wuxi nel mio quotidiano non incontravo nessuno che parlava inglese, qui tutti ne parlano almeno un po’.
A Wuxi se salivo in un taxi senza avere un biglietto con la destinazione scritta con gli ideogrammi cinesi, il tassista non mi portava da nessuna parte. Se anche lo sapevo dire in cinese, ma magari con l’accento leggermente diverso, il tassista non faceva nessuno sforzo per capire e mi diceva di scendere con la mano. Qui sono tutti molto disponibili a capirti e a farsi capire anche quando il loro inglese è molto povero.
A Wuxi se volevamo mangiare cibo occidentale potevamo contare al massimo su 3 ristoranti internazionali, qui si trovano tutte le cucine del mondo, dall’italiana all’iraniana, dalla tedesca all’indiana.
A Wuxi era impossibile trovare anche solo un bar dove sedersi all’aperto perché nessun cinese si sederebbe mai all’aperto: tutti, soprattutto le donne, hanno il terrore del sole perché non vogliono avere la pelle abbronzata, qui praticamente tutti i bar sono all’aperto.
Poi certo alcuni lati brutti dell’Oriente ci sono anche qui e sono quelli più difficili a cui abituarsi per un occidentale: la sporcizia e la spazzatura annidiate in ogni angolo minimamente nascosto e i cattivi odori che ti “assalgono” spesso e volentieri mentre cammini. Alcuni sono negativi solo per il nostro olfatto occidentale perché vengono dai tanti carretti lungo la strada dove si cucina di tutto e dove si impiegano tante spezie, cattive per noi, ma prelibate per loro. Altri sono dati dall’immondizia accatastata sotto il sole. Dopo un po’ che soggiorni in oriente ci fai meno caso, ma appena torni in Europa sono le prime cose che rimuovi dai ricordi e che tornano a sorprenderti quando rimetti piede in oriente.
Comunque sono contenta soprattutto che sia una città dove è possibile muoversi con l’inglese perché questo facilita un po’ tutto e fa sentire più tranquilli. In Cina spesso mi trovavo a pensare che se mi fosse successo qualcosa per strada, non sarei stata in grado di comunicare chi ero e chi chiamare. Le uniche soluzioni da adottare erano non pensarci e un foglio scritto in cinese nel portafoglio che invitava a chiamare la segretaria cinese di mio marito in caso di emergenza..chissà poi se avrebbero avuto l’istinto di controllare il portafoglio, a volte quello che a noi sembra estremamente logico non lo è assolutamente per un orientale!